POR PUGLIA 2014-2020 - Interventi di tutela della biodiversità lungo la fascia costiera in ambiente terrestre e marino.
Nella riserva naturale terminati i lavori per la difesa e la conservazione degli habitat marini, adeguati alle prescrizioni dei tavoli tecnici: definita la fruizione sostenibile della spiaggia per mitigare il carico antropico
Tutelare e valorizzare gli ecosistemi, le biodiversità e le bellezze di uno dei luoghi pregiati del territorio, l’area marina protetta di Porto Cesareo: sono stati portati a compimento, infatti, i lavori di difesa e conservazione degli habitat terresti e marini, con interventi svolti sia sull’arenile e nei pressi dei cordoni dunali sia in acqua, con attività che hanno compreso la chiusura di varchi sulle spiagge con l’utilizzo di protezioni palizzate in legno (o di altro tipo) e azioni in mare, votate al ripopolamento ittico.
Le operazioni sono state effettuate in osservanza alle prescrizioni del tavoli tecnici, svoltisi sin da 2017 tra la sezione tutela e valorizzazione del paesaggio ed il Consorzio di gestione della stessa Amp.
Sotto l’aspetto tecnico, i lavori a terra, lungo i diversi tratti di arenile della Riserva marina previsti nel progetto e coerenti con le misure di conservazione, di ingegneria naturalistica, hanno portato alla realizzazione, ai piedi dei cordoni dunali, di graticciate (alte fuori terra 0,40 m, costituite da paletti di castagno della lunghezza di 1,20 metri, con diametro 6-8 cm), infisse nel terreno per circa 0,80 m e posizionate con un interasse di 0,50 metri tra un palo e l’altro. La scarsa profondità dell’arenile ed il rischio di erosione elevato, certificato dal piano comunale delle coste, hanno di fatto giustificato l’utilizzo di questa soluzione, anche perché le frequenti mareggiate invernali comportano un rischio elevato di danneggiamento e/o distruzione di strutture più leggere come viminate o graticciate.
È stata, quindi, realizzata la chiusura di importanti varchi dunale e di altri accessori, lungo gli arenili delle spiagge di Porto Cesareo e fino a Torre Colimena, litorale tarantino orientale di Manduria, con palizzate che consentiranno di intercettare la sabbia mobilitata dai venti spiranti dal mare verso l’entroterra, impedendo che venga depositata sulle stesse strade.
Altro aspetto del progetto riguarda invece l’analisi ed il monitoraggio della biodiversità e degli effetti delle azioni proposte sullo stato di conservazione degli habitat marini, presenti nelle aree di progetto dell’Amp: l’ente di gestione del Consorzio, di concerto con il Comune di Porto Cesareo, ha provveduto a definire una specifica regolamentazione per la fruizione sostenibile della spiaggia oggetto di attività, tesa a contenere e mitigare con specifiche misure il carico antropico. Nello specifico, sono state posizionate in acqua 19 barriere sommerse, tipo tecnoreef od equivalenti, costituite ognuna da 12 piastre per assemblaggio da 120 cm, 4 barriere sommerse tipo tecnoreef od equivalenti, costituite ognuna da 27 piastre per assemblaggio da 120 cm, 3 barriere sommerse tipo tecnoreef od equivalenti costituite ognuna da 30 piastre per assemblaggio da 120 cm. Una scelta progettuale individuata con lo scopo di aumentare l’eterogeneità della scogliera sommersa e, quindi, le sue funzioni ecologiche ed i servizi ecosistemici erogati.
Il progetto proposto in forma associata tra il Consorzio di gestione dell’Amp ed il Comune di Porto Cesareo, prevede la realizzazione di due differenti interventi: uno, in mare, all’interno del perimetro dell’Amp e del sito d’interesse comunitario “Palude del Capitano”, con l’esecuzione di una scogliera artificiale sommersa su fondale sabbioso, in passato utilizzata come impianto di stabulazione di mitili; uno, a terra, all’interno del perimetro del Sic “Porto Cesareo” con azioni di tutela e riqualificazione dei sistemi dunali interessati da complessi e diffusi problemi di degrado e che manifestano prioritarie esigenze di recupero, di rinaturazione e rimozione delle cause di criticità; per queste finalità, sono stati previsti specifici interventi di ingegneria naturalistica, mediante la ricostituzione dunale con l’utilizzo delle foglie spiaggiate di Posidonia oceanica, unitamente alle opere di rinaturazione con specie autoctone provenienti dalla raccolta, selezione e moltiplicazione di germoplasma autoctono.