Descrizione
È, quello della Riserva Marina, un territorio vasto ed estremamente antropizzato, caratterizzato da una linea di costa bassa e di facile accesso, grazie anche ad una fitta rete di strade secondarie, che hanno da sempre facilitato comportamenti poco rispettosi dei delicati ecosistemi marino – costieri. Il Consorzio di Gestione dell'AMP, attraverso gli occhi degli addetti al monitoraggio, ha in poco tempo costatato come la pesca illegale, l'accesso ed il transito di veicoli a motore sul litorale sabbioso, le violazioni al codice della navigazione, facessero assurdamente parte dell'ordinaria modalità di fruizione del litorale. Sebbene la sensibilizzazione e la comunicazione rappresentino le principali finalità istitutive di un parco naturale, si è presentata la concreta necessità di reprimere i comportamenti più gravi, non solo per ridurre gli impatti sull'ambiente, ma anche per evitare il consolidarsi di pratiche illegali sul territorio.
Da questa esigenza è nata una rete fitta di collaborazioni tra gli operatori dell'Area Marina Protetta e le forze dell'ordine che sul territorio operano: la locale Guardia Costiera, facente capo alla capitaneria di Porto di Gallipoli, una Squadra Nautica della Polizia di Stato, e la Guardia di Finanza. La tempestiva ed efficiente risposta delle forze di polizia ha rappresentato una svolta decisiva nell'operato dell'AMP per la protezione ambientale e la sicurezza in mare, non solo per l'azione diretta delle Forze dell'ordine nella repressione dei reati, ma anche per la funzione deterrente determinata dalla loro massiccia presenza sul territorio. Grazie all'azione di ciascuno dei soggetti coinvolti nel controllo, e grazie alla comunicazione tra tutti, pratiche comunissime sino a pochi anni fa, quali la pesca del dattero di mare, la pesca e il transito nelle zone A, la pesca subacquea con autorespiratori, sono oggi praticamente estinte.